lunedì 19 agosto 2013

A come ADHD


Ci sono momenti in cui lo sconforto mi assale e un mattone allo stomaco non va ne giù ne su.
So che sono momentanei e passeranno per poi ritornare, a cicli.
Poi penso ed elaboro quell'egoistico pensiero del "perchè proprio a me?".
Ho vissuto una vita senza eccessi, vista da altri banale e piatta, non ho mai fumato, mai ubriacata, men che meno drogata. Durante le mie gravidanze ho fatto tutto quello che era possibile, attenta al mio corpo e allo spirito.....e quando è nato mio figlio era tutto a posto, bello, grande, SANO, tutto perfetto.
Portai a casa il mio fagottino, felicissima di aver dato un fratellino al mio primogenito.
Tutto bene, cresce, lo allatto 15 mesi, mangia tutto....un bel bambino come tutti gli altri, i dati di accrescimento sono nella norma.
Un bimbo furbetto, vivace, mammone e coccolone. Il mio amore.

Dopo i due anni si contraddistingue un atteggiamento di grande esuberanza e vivacità; non ci ascoltava, faceva sempre di testa sua....anche continuamente e ripetutamente lo correggevamo, lui continuava a sbagliare, giorno dopo giorno.....adorava i bambini e giocare con loro ma immancabilmente faceva loro male, un pugno, o calci, addirittura morsi, senza un perchè.
Eppure è sempre stato un bambino estremamente buono, ingenuo, paradossalmente indifeso......e non capivo cos'era la molla. Anno dopo anno ce ne ha combinate di tutti i colori e io speravo che crescendo avrebbe capito e cambiato atteggiamento. Da chi mi ero rivolta per un consiglio mi disse quello che io stessa pensavo e cioè che era immaturo.....quando man mano sarebbe cresciuto, avrebbe migliorato il suo comportamento.
Eppure non è mai stato iperattivo, nessuno mai mi ha nominato quella parola. Gli anni sono trascorsi e lui si è calmato un pochino, di contro ho notato il divario aumentare tra lui e i suoi coetanei: la capacità di parlare, di far dei discorsi , nel capire il concetto di passato-presente-futuro. La capacità di sapersi adattare ai cambiamenti, a sapersi gestire autonomamente.
Tutti continuavano a dirmi che non ascoltava, le maestre hanno gettato la spugna lasciandolo indietro.
Tutti i giorni tornava a casa con pagine e pagine incompiute, studiava a casa ma le verifiche erano un disastro, i compagni avevano iniziato a dargli la colpa su  tutto quando lui spergiurava di non aver fatto.

Non sapendo a chi rivolgermi, pensavo di dover parlare con uno psicologo per trovare io la chiave per aiutarlo, ormai i castighi e le prediche erano acqua. Non conoscendo nessuno mi sono rivolta alla neuropsichiatria della mia città (senza sapere ho centrato il bersaglio) dove hanno capito subito che mio figlio ha un deficit attentivo. in un primo momento mi son sentita sollevata, perchè allora non era quello che lui voleva essere ma aveva qualcosa che gli impediva di essere se stesso.

4 commenti:

  1. Cavolo non deve essere facile da accettare, per niente.
    Ma e' una cosa che puo' migliorare nel tempo? Magari seguiti nel modo giusto...
    cmq tu non hai colpe, ricordalo.
    darling

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    COMPARTIENDO ILUSION
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    José
    Ramón...

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  4. Mi piacerebbe sentire il resto della storia...fammi sapere quando pubblichi un post. Un abbraccio a te e ai tuoi bimbi

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